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60 CFU 2025

per l’insegnamento

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Abilitazione docenti, il MIUR ha approvato 1510 percorsi abilitanti da 60, 30 e 36 CFU:
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ULTIME NOTIZIE CFU 2025

Novità per attivazioni 60 CFU 2025 - COME FUNZIONANO E CHI LI DEVE ACQUISIRE?

Chi intende diventare insegnante deve affrontare uno specifico corso da 60 CFU per l’abilitazione all’insegnamento. I 60 cfu sono entrati a pieno regime a partire dal 1 gennaio 2025. Infatti, i docenti dovranno raggiungere 60 CFU per poter insegnare nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, rispettando gli obiettivi annunciati dal PNRR.

I 60 e i 30 CFU, prevedono una modalità mista delle lezioni, in quanto una parte di questa verrà sostenuta nelle sedi apposite, e una parte verrà somministrata in modalità telematica.

I 60 cfu avranno due tirocini; un tirocinio diretto (nelle scuole) e indiretto (nelle sedi preso cui si è svolta la presenza).

I 30cfu invece disporranno di un solo tirocinio, ovvero quello indiretto

Una volta frequentate regolarmente tutte le lezioni in cui il tasso minimo di presenza per ogni materia è del 70%, sarà possibile accedere alla prova finale, articolata in uno scritto e un orale (lezione simulata).

  • percorsi abilitanti da 60 CFU; laureati, diplomati ITP (entro il 31 dicembre 2024, studenti iscritti a corsi universitari con titoli idonei all’insegnamento che abbiano già acquisito almeno 180 cfu
  • percorsi abilitanti da 30 CFU ex art. 13 per docenti abilitati su altro grado e/o classe di concorso oppure specializzati in sostegno;
  • percorsi abilitanti da 30 CFU per chi ha maturato 3 anni di servizio;
  • percorsi formativi da 36 CFU per chi ha già conseguito i 24 previsti precedentemente.

 

QUANDO AVRA’ INIZIO LA SECONDA EDIZIONE 2025?

Come ben sappiamo, la prima edizione dei percorsi abilitanti è partita nell’estate 2024 per concludersi nel dicembre 2024.

Il decreto ministeriale per l’avvio del secondo ciclo è atteso a breve. Le università hanno già ricevuto indicazioni informali, ma manca ancora l’accreditamento da parte dell’ANVUR. Una volta completato questo passaggio, il decreto sarà pubblicato e le università potranno aprire i propri bandi. L’obiettivo è avviare i corsi il prima possibile.

Quest’anno si prevede un aumento fino a 3.000 corsi, con un incremento di 17.000 posti, portando la disponibilità totale a circa 60.000 posti.

QUALI PERCORSI ABILITANTI SONO ATTIVI AL MOMENTO?

Ad oggi gli unici percorsi abilitanti attivi sono quelli per ingabbiati exart.13. Contattaci per scoprire se rientri in questa categoria!

Percorsi abilitanti, i posti saranno circa 100mila: il MIUR ha approvato 1510 corsi

Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha autorizzato la creazione di 1.510 percorsi abilitanti, offrendo complessivamente circa 100.000 posti disponibili. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore nell’edizione di oggi, lunedì 4 dicembre 2023, i posti destinati ai percorsi da 60 CFU superano i 63.000, mentre circa 32.000 sono dedicati ai percorsi da 30 CFU. Ulteriori 2.305 posti sono riservati ai corsi da 36 CFU. Il Lazio guida con il maggior numero di corsi abilitanti, contando 186 proposte, seguito dalla Sicilia con 130 e dalla Lombardia con 112. La distribuzione dei percorsi sembra essere equilibrata tra le regioni del Nord, Centro e Sud. Tuttavia, è importante sottolineare che questi dati sono ancora provvisori, in attesa dell’approvazione definitiva da parte dell’ANVUR.

Inoltre, il Ministero dell’Università e della Ricerca dovrà adeguare le disponibilità in base alla copertura delle future supplenze sull’organico effettivo. L’offerta formativa è variegata, differenziandosi in base alle diverse classi di concorso. La tabella riepilogativa qui allegata fornisce dettagli sulla suddivisione regionale e provinciale dei 1.510 percorsi abilitanti approvati dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Come ottenere i 60 CFU

Conformemente alle disposizioni della nuova Riforma, la responsabilità dell’organizzazione dei percorsi formativi ricade sugli individui atenei universitari, in stretta collaborazione con il sistema scolastico. È possibile acquisire i crediti necessari per raggiungere i 60 Crediti Formativi Universitari (CFU) mantenendo contemporaneamente l’impegno nel proprio corso di laurea.

I 60 CFU sono distribuiti in diverse categorie, come specificato negli allegati al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM). La suddivisione è la seguente:

  • 10 CFU in “Discipline di area pedagogica”;
  • 20 CFU in “Tirocinio diretto e indiretto”;
  • 3 CFU in “Formazione inclusiva delle persone con Bisogni Educativi Speciali (BES)”;
  • 3 CFU in “Discipline di area linguistico-digitale”;
  • 4 CFU in “Discipline psico-socio-antropologiche”;
  • 2 CFU in “Metodologie didattiche: introduzione ai modelli di mediazione didattica per la secondaria”;
  • 16 CFU in “Didattiche delle discipline e metodologie delle discipline di riferimento (delle classi di concorso)”;
  • 2 CFU in “Discipline relative all’acquisizione di competenze nell’ambito della legislazione scolastica”.

Per quanto riguarda gli insegnanti della Scuola Secondaria di I e II grado, è richiesto il conseguimento di 60 CFU, di cui almeno 20 devono essere ottenuti tramite tirocinio diretto presso le scuole e uno indiretto. Dopo aver ottenuto l’abilitazione, l’aspirante docente può partecipare ai concorsi semplificati annuali e, una volta assegnata una cattedra, procedere al passaggio di ruolo.

Accreditamento Università

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 4 agosto 2023, ufficialmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 25 settembre 2023, ha delineato il quadro normativo relativo all’accreditamento delle Università per i percorsi formativi dedicati alla formazione e abilitazione dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Questa regolamentazione si conforma agli articoli 2-bis, 2-ter, 13 e 18-bis del decreto legislativo D.lgs n. 59/2017.

In base a quanto stabilito, le Università, compresi gli istituti telematici, sono autorizzate ad offrire percorsi formativi di 30 o 36 crediti formativi universitari (CFU) solo dopo aver ottenuto l’accreditamento per il corrispondente percorso formativo di 60 CFU.

L’inizio effettivo dei percorsi formativi è programmato per gennaio 2024. Si presume che ciò sia realizzabile poiché il mese di dicembre sarà dedicato alla conoscenza delle Università che hanno ricevuto l’accreditamento da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca, per condurre i percorsi abilitanti di 60, 36 e 30 CFU.

Quanto costano i 60 CFU

I partecipanti sono responsabili dei costi relativi ai percorsi di formazione abilitante e alla prova finale. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) 60 CFU fissa i seguenti importi massimi.

Differenze tra 24 CFU e 60 CFU

I 60 Crediti Formativi Universitari (CFU) costituiscono un autentico passaporto per l’inserimento nelle graduatorie. In base alla legge n. 79 del 29 giugno 2022, i precedenti 24 CFU saranno sostituiti dai 60 CFU, ma è essenziale evidenziare che fino al 31 dicembre 2024 sarà ancora possibile utilizzare i vecchi 24 CFU.

Una volta scaduti i termini, il requisito indispensabile per l’inclusione nelle graduatorie sarà esclusivamente il possesso dei 60 CFU. Qui è presente una tabella riassuntiva delle differenze tra i 24 CFU e i 60 CFU.

Scopri Cosa Sono e Come Acquisirli

Tra le principali novità contenute nel decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022, spicca l’introduzione dei 60 Crediti Formativi Universitari (CFU). Questa importante modifica è stata deliberata nel contesto del maxi decreto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ha trovato un forte sostenitore nel Ministro dell’Istruzione, il signor Bianchi. Essenzialmente, si tratta di una riforma significativa che riguarda le regole per la formazione iniziale e continua dei docenti, nonché il processo di reclutamento.

Tuttavia, va notato che questa riforma è stata oggetto di accese controversie da parte delle organizzazioni sindacali ed è stata addirittura il motivo di uno sciopero degli insegnanti lo scorso 30 maggio. Nonostante le critiche, il Ministro dell’Istruzione difende fermamente le modifiche apportate dal decreto, affermando che si tratta di un percorso formativo finalmente chiaro, e non un ostacolo.

In particolare, uno degli aspetti più significativi della riforma è l’introduzione dei 60 CFU, ma è importante approfondire ulteriormente cosa rappresentino questi crediti, quali siano i loro obiettivi e come sia possibile acquisirli.

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Che cosa sono i 60 CFU?

I 60 CFU costituiscono crediti formativi universitari dedicati alle discipline antropo-psico-pedagogiche, nonché alle metodologie, tecnologie didattiche e linguistiche. Sostanzialmente, si tratta di complessi percorsi di formazione universitaria o accademica che abilitano all’insegnamento iniziale. In modo simile ai 24 CFU, introdotti attraverso il decreto legislativo n. 59 del 13 aprile 2017, questi crediti rappresentano un requisito essenziale e irrinunciabile per accedere al concorso ordinario per l’insegnamento.

60 CFU per l’insegnamento 2023: come ottenerli

Per accedere al corso di abilitazione all’insegnamento di 60 crediti gli aspiranti docenti dovranno avere specifici requisiti. Potranno accedere al percorso formativo gli insegnanti che hanno conseguito già un titolo accademico idoneo ai 60 CFU per l’insegnamento, rispettando il DPR 19/2016 con la successiva modifica del DM 259/2017, quindi la laurea magistrale con eventuali crediti aggiuntivi previsti per l’ammissione.

Inoltre, potranno avere accesso tutti i docenti che sono in possesso di un diploma tecnico-professionale ITP. In seguito, possono presentarsi al corso gli alunni universitari che non hanno ancora conseguito la laurea magistrale oppure tutti gli iscritti al corso magistrale a ciclo unico, che però sono già in possesso di 180 CFU.

Per ottenere i 60 CFU per insegnare, saranno riconosciuti ulteriori crediti formativi come 24 CFU o CFA raggiunti dal previgente regolamento, necessitando però di altri 10 CFU o CFA conseguibili dal servizio di tirocinio diretto. Inoltre, sarà riconosciuto l’accesso per l’abilitazione da 60 CFU chi ha crediti formativi universitari e accademici ottenuti nei precedenti percorsi di laurea, che però devono rientrare nei parametri espressi dal DPCM vigente nella sezione A, secondo le linee guida della sezione B.

Ai fini del conseguimento dei 60 CFU per l’abilitazione potranno essere riconosciuti un massimo di 12 CFU nel settore delle scienze dell’educazione, 5 CFU per il servizio di tirocinio e, infine, possibili crediti formativi per il dottorato.

Un po’ di storia

Nel corso degli ultimi vent’anni, l’abilitazione all’insegnamento ha subito numerosi cambiamenti e aggiornamenti, con ben sei riforme. Un numero oggettivamente elevato. Per avere una visione d’insieme, ripercorriamo brevemente queste trasformazioni:

  1. Inizialmente, è stata introdotta la Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SSis), un programma di specializzazione universitaria della durata di due anni. Questa iniziativa è stata attiva per nove cicli, dall’anno accademico 1999/2000 all’anno accademico 2008/2009.
  2. Successivamente, la SSis è stata sostituita dal Tirocinio Formativo Attivo (TFA). Secondo l’allora Ministro Mariastella Gelmini, il TFA rappresentava “il percorso più rigoroso e professionalizzante per abilitare i docenti”.
  3. Tuttavia, il decreto 59/2017 ha soppresso il TFA, introducendo il percorso Fit (Formazione, Inserimento, Tirocinio), che in realtà non ha mai preso pienamente il volo.
  4. In seguito è stata introdotta la laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria, che abilita all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria.
  5. Un altro percorso formativo, di durata annuale, è stato rappresentato dai PAS (Percorsi Abilitanti Speciali), ma sono fermi da circa otto anni. C’è chi ipotizza o suggerisce una loro riattivazione, anche se questa non è la sede adatta per trattare l’argomento.

Che cosa sono i 60 CFU? Il pensiero del Ministro Bianchi

L’obiettivo dichiarato dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è quello di integrare la formazione per diventare insegnanti all’interno del tradizionale percorso di studio universitario. Questo significa che non saranno più necessari i tradizionali 24 CFU, ma piuttosto si dovranno acquisire 60 CFU durante il percorso di laurea.

Bianchi ha spiegato: “Dobbiamo creare percorsi che non siano agevoli o scontati, ma che permettano a uno studente universitario di scegliere fin da subito la strada dell’insegnamento. Troppo spesso, si è dato priorità al conseguimento della laurea prima di pensare all’insegnamento. È giunto il momento di cambiare questo approccio.

In particolare, il Ministro ha sottolineato: “La formazione dei docenti riveste un ruolo di grande importanza nell’ottica di migliorare la qualità della scuola. Crediamo che sia possibile ottenere i 60 CFU anche prima di conseguire la laurea magistrale. In realtà, la decisione di intraprendere la carriera di insegnante può essere presa prima o durante il percorso universitario“.

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Che cosa sono i 60 CFU e come si conseguono?

Come ha spiegato il Ministro Bianchi, coloro che desiderano intraprendere la carriera di insegnante dovranno prendere questa decisione già durante il percorso universitario. Inoltre, dovranno acquisire i 60 CFU in parallelo alla loro laurea. Tuttavia, ciò non è sufficiente. Dovranno anche superare un esame scritto e una lezione simulata. Una volta ottenuta l’abilitazione, questa sarà valida a vita, ma non garantirà automaticamente una posizione di insegnante. Per ottenere una cattedra, sarà comunque necessario superare il concorso ordinario. Infine, prima di diventare insegnanti di ruolo, dovranno affrontare un anno di prova.

Per quanto riguarda i 60 CFU, essi includono un periodo di tirocinio diretto nelle scuole e un periodo indiretto di formazione universitaria che non può essere inferiore a 20 crediti formativi. Il Ministero dell’Istruzione svilupperà un percorso universitario mirato a migliorare le competenze linguistiche e digitali, oltre a fornire conoscenze teoriche e pratiche legate allo sviluppo e all’innovazione nell’insegnamento. Questo coprirà sia aspetti pedagogici che metodologie e tecnologie didattiche.

Per quanto riguarda chi ha già acquisito i 24 CFU, non è ancora chiaro se avranno l’opportunità di integrarli in questo nuovo sistema.

Chi deve prendere i 60 CFU? Percorso tradizionale

Per gli insegnanti che lavorano nella scuola dell’infanzia e primaria, il requisito rimarrà invariato. Come in passato, sarà sufficiente possedere una laurea in Scienze della Formazione Primaria.

Per quanto riguarda i docenti che desiderano insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado, la situazione sarà differente. Saranno tenuti ad acquisire obbligatoriamente i 60 CFU. Di questi, almeno 20 crediti dovranno essere ottenuti attraverso un periodo di tirocinio diretto presso le scuole e un periodo indiretto.

Inoltre, per ottenere l’abilitazione, dovranno superare un esame finale che comprende una prova scritta e una simulazione di lezione. Una volta ottenuta l’abilitazione, i futuri docenti potranno partecipare ai concorsi semplificati annuali previsti dal decreto 36/2022. Successivamente, dopo aver superato l’anno di prova, potranno ottenere una posizione di ruolo.

Come conseguire i 60 CFU?

Dopo aver chiarito chi è tenuto a ottenere i 60 CFU, esaminiamo ora le due vie per conseguirli. Esistono due modalità per raggiungere questo obiettivo. È possibile ottenere i 60 CFU durante il percorso di studio universitario tradizionale, aggiungendoli ai crediti necessari per ottenere la laurea, oppure dopo aver conseguito la laurea stessa. In sostanza, sia in passato che oggi, chi ambisce a diventare un insegnante a tutti gli effetti deve inevitabilmente affrontare la sfida dei CFU.

Il percorso transitorio

Il decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022 include anche una disposizione transitoria, valida fino al 31 dicembre 2024, salvo eccezioni. L’obiettivo di questa misura è accelerare l’ingresso dei nuovi insegnanti nei ruoli delle scuole.

In dettaglio, questo percorso è destinato a coloro che riescono a conseguire almeno 30 crediti formativi universitari prima di conseguire la laurea. Questi candidati potranno partecipare al concorso ordinario con l’obbligo, una volta superato, di completare i restanti 30 crediti nel corso del primo anno di insegnamento, che avverrà con un contratto a tempo determinato.

Per ottenere l’abilitazione, sarà necessario superare un’esame finale che consentirà di insegnare nelle scuole paritarie. Per l’insegnamento nelle scuole statali, sarà richiesto un anno di prova con una valutazione finale prima di essere ammessi definitivamente nei ruoli.

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Chi deve prendere i 60 CFU? Accesso diretto

Oltre ai percorsi tradizionali e transitori, è previsto anche un terzo percorso, dedicato ai docenti precari con almeno 36 mesi di esperienza d’insegnamento nei cinque anni precedenti. Questi insegnanti avranno l’opportunità di accedere direttamente al concorso per diventare docenti e potranno eventualmente ottenere un contratto a tempo parziale. Questo consentirà loro di procedere con il necessario aggiornamento formativo e di acquisire 30 CFU, mantenendo comunque l’obbligo di superare l’esame di abilitazione e di svolgere un anno di prova.

Seconda abilitazione

Per ottenere una seconda abilitazione, gli insegnanti dovranno acquisire 30 CFU, di cui 20 concentrati sulle metodologie e le tecnologie didattiche applicate alle materie di competenza. I restanti 10 CFU riguarderanno il tirocinio diretto.

Come Acquisire I 60 CFU?

Il passato vedeva l’introduzione dei 24 Crediti Formativi Universitari (CFU), istituiti mediante il decreto legislativo n. 59 del 13 aprile 2017. Tuttavia, dopo appena cinque anni, stanno per essere sostituiti dai nuovi 60 CFU. Questi ultimi costituiscono una delle principali innovazioni del decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022 in materia di istruzione, un provvedimento incluso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 aprile.

Ma cosa rappresentano esattamente questi 60 CFU e chi è tenuto a ottenerli?

Si tratta di Crediti Formativi Universitari concentrati su discipline antropo-psico-pedagogiche e sulle metodologie, tecnologie didattiche e linguistiche. Questi crediti costituiscono veri e propri percorsi di formazione universitaria/accademica abilitante per l’insegnamento. Per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, i requisiti rimangono invariati, con la sola necessità di possedere una laurea in Scienze della Formazione Primaria. Al contrario, i docenti desiderosi di insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado dovranno acquisire i 60 CFU. Di questi, almeno 20 crediti devono essere ottenuti attraverso un periodo di tirocinio diretto nelle scuole, e agli aspiranti sarà richiesto di superare un esame finale composto da una prova scritta e una simulazione di lezione.

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Ma come si acquisiscono questi 60 CFU?

Come dichiarato dal Ministro Bianchi, chi aspira a diventare insegnante dovrà prendere questa decisione già durante il percorso universitario, acquisendo parallelamente i 60 CFU insieme alla laurea. Inoltre, sarà necessario superare un esame scritto e una simulazione di lezione per ottenere l’abilitazione, che rimarrà valida a vita, anche se non garantisce automaticamente una posizione di insegnamento. Per ottenere una cattedra, sarà ancora necessario superare il concorso ordinario. Infine, prima di assumere la posizione di insegnante di ruolo, dovrà essere completato un anno di prova.

Per quanto riguarda i 60 CFU, essi includono un periodo di tirocinio diretto presso le scuole e un periodo di formazione indiretta di almeno 20 crediti formativi universitari. Il Ministero dell’Istruzione svilupperà inoltre un percorso universitario per migliorare le competenze linguistiche e digitali, oltre a fornire conoscenze teoriche e pratiche relative allo sviluppo e all’innovazione dell’insegnamento, sia dal punto di vista pedagogico che da quello delle metodologie e tecnologie didattiche.